In questo periodo autunnale e precisamente ogni lunedì e giovedì dei mesi di settembre e ottobre alle ore 18, si tiene in Piazza Martiri della Libertà a Venasca il tipico Mercato delle Castagne.
Un appuntamento importante per i commercianti di questo prezioso prodotto del bosco, che qui accorrono per contrattare le migliori varietà e acquistarle al miglior prezzo possibile! La rivendita avverrà poi il mattino seguente nei mercati cuneesi e torinesi.
Le castagne che si possono trovare nei boschi e quindi al Mercato di Venasca, appartengono principalmente alle varietà di cui sotto, anche se in circolazione si possono avere molte varianti e altri tipi di castagne a seconda del territorio in cui vengono raccolte. In linea generale, tutti i tipi di castagne che vediamo passeggiando sulle colline della media Val Varaita, possono vantare il cosiddetto IGP – Indicazione Geografica Protetta “Castagna Cuneo” dal 2006, sempre che rispettino alcuni parametri definiti dal disciplinare di produzione!
-Ringrazio la mia amica Simona per gli esemplari che mi ha gentilmente offerto come “modelli” per le fotografie
Bracalla (1): Tipica delle nostre valli e presente nei boschi di Brossasco, Venasca, Rossana e Collina di Busca è di bell’aspetto e ottimo sapore; è forse la castagna più ricercata del mercato. Infatti, per le sue caratteristiche e le notevoli dimensioni, si fa sempre apprezzare dai commercianti, che per Lei sono disposti a sborsare anche qualche euro in più al kg!
Giapponese (2): Anch’essa di bell’aspetto (grandi dimensione e forma regolare) ma meno gustosa; non è originaria delle nostre zone ma venne importata dall’Est circa negli anni ‘70, al fine di contrastare le malattie sorte ai primi del novecento, il mal d’inchiostro e il cosiddetto cancro;
Servaj d’Oca (3), Gabiana (4), Murisiola, Contessa (5) e Rucet, sono varietà definite “nostrane”, saporite ed ottime per i famosi mundaj (caldarroste), risultano però di dimensioni ridotte rispetto alla Bracalla e alla Giapponese. Derivano da un innesto sulla varietà Servaja (6);
Si ha poi il cosiddetto Murac o Gogu (7), vale a dire la castagna di scarto, cioè la castagna che non è riuscita a svilupparsi completamente perché schiacciata da altri esemplari presenti all’interno del riccio (“penìs”). Queste solitamente vengono impiegate per l’alimentazione del bestiame o per la produzione di farina.
A partire già dal 1528, questo paesino diventò uno dei centri di commercio più importanti di tutto il saluzzese, anche grazie all’appoggio e al favore dei Signori del Marchesato che dominavano ai tempi su queste terre. Conferirono infatti al Comune di Venasca diversi privilegi e concessioni con le quali sviluppò il suo mercato a tal punto che, per affluenza, soltanto quello di Saluzzo poteva vantare di una maggiore partecipazione (si parlava di circa due/tre mila persone ogni settimana!).
In qualche modo, il mercato delle castagne divenne una tipicità dello stesso mercato del lunedì -giorno in cui si svolge il consueto mercato settimanale- nei periodi autunnali e tramandato fino ad oggi (nel 1915 venne inoltre istituito il mercato del giovedì).
La castagna come l’intera pianta è da sempre tenuta in grande considerazione da tutte le genti abitanti le nostre vallate sin da tempi antichissimi e che in molti casi riuscì a far sopravvivere interi villaggi durante carestie e guerre!
Trasformata in pietanze, dolci, farine diventava un pasto completo e nutriente. Con il legno dell’albero poi venivano, e vengono tutt’oggi fabbricati assi destinati a diventare tavoli, cucine ed armadi nelle migliori botteghe artigiane del posto. Dalla pianta si può inoltre estrarre il tannino, una sostanza che veniva utilizzata per la concia delle pelli e per la tintura. Mentre un altro uso antico ed interessante del castagno è attraverso i suoi fiori dai quali si ricava, con il sapiente lavoro delle api, un ottimo miele ambrato dal gusto ed odore molto caratteristico! Da tronco e rami si ottiene infine un’ottima legna da ardere, meglio se ben stagionata, che regala un magnifico calore adatto proprio a scaldare queste umide sere autunnali…
Torniamo ora un attimo a Venasca, qualche istante prima delle 18, dove la piazza del paese si anima e sembra di tornare un po’ indietro nel tempo, catapultato nel passato in rituali e tradizioni che sono sopravvissute alle tecnologie, alle mode, alle generazioni. E’ un piacere, appunto vedere che molti giovani sono protagonisti in questo commercio, ricalcando le abitudini e i mestieri di un tempo.
Gli anziani sul posto, raccontano del mercato delle castagne con una certa commozione, narrando dei tempi che furono e ricordando di quando ancora il mercato avveniva la mattina presto… sempre più presto, motivo per cui, per evitare sleali concorrenze, negli ultimi anni si decise di spostare l’evento al tardo pomeriggio. Trenta o quarant’anni fa infatti il mercato aveva luogo prima dell’alba, in modo che poi i commercianti avessero il tempo di spostarsi nelle piazze delle più grandi città di pianura per la vendita al dettaglio.
Ogni lunedì e giovedì si svolgono pressappoco le stesse operazioni, dettate dalla tradizione: i venditori si raccolgono nella piazza qualche minuto prima delle 18. Le castagne che portano con sé si trovano ben chiuse all’interno di sacchi di juta ed è fatto divieto di aprirli prima del “via” del mercato. A tal proposito, poco dopo, un’impiegata del comune raggiunge i commercianti, scambia qualche parola con alcuni di loro e, alle 18 in punto, issa una bandiera italiana su di un vicino monumento dando inizio al Mercato delle Castagne…L’addetta trascinerà con sé per l’intera durata delle trattative una grande bilancia montata su un carrello con la quale ufficializzerà il peso ed il numero di sacchi dei venditori.
A questo punto gli acquirenti si avvicinano, alcuni già con le idee chiare su quali castagne puntare, altri invece (probabilmente non abituali), passeggiano tra i vari venditori, osservando ed ascoltando i discorsi delle trattative, a volte intervenendo per proporre un contratto. Resto affascinato dal movimento che ruota attorno a questo commercio… E’ davvero Mercato, con la M maiuscola, dove il prezzo è effettivamente fatto da una lotta a suon di parole tra venditore e compratore il quale elogia le proprie castagne ed evidenzia i pregi e le fatiche della raccolta, mentre il commerciante affondando le mani nei sacchi cerca difetti e giustificazioni per dimensioni e forme che potrebbero incidere sul prezzo e quindi abbassarlo per trarne un maggior profitto nella rivendita!
Dopo estenuanti “tira e molla” finalmente il tempo delle contrattazioni volge al termine. Si scambiano le ultime battute e con vigorose strette di mano gli attori di questo bel teatro concludono il mercato saldando i rispettivi conti.
I sacchi vengono quindi caricati sui camion e furgoni dei commercianti ed ognuno si rimette in marcia verso il proprio magazzino, in attesa di portare la Castagna di Venasca sulle tavole dei cittadini torinesi e cuneesi, nei piatti di raffinati ristoranti o nelle impastatrici di certe rinomate panetterie e pasticcerie…
La tradizione del mercato delle castagne non è unica del paese di Venasca, ma si svolge più o meno con le stesse modalità anche in altri paesi della provincia di Cuneo. Attualmente o fino a poco tempo fa aveva luogo nelle piazze di Cuneo, Caraglio e Paesana oltre ad altri luoghi di incontro storici quali Garessio, Ormea, Ceva, Mondovì, San Michele, Borgo San Dalmazzo, Demonte, Dronero, Saluzzo e Barge (chiunque fosse a conoscenza di altri luoghi o altre curiosità mi contatti, sarò felicissimo di apprendere tutto quello che avrete da raccontarmi!).
Per celebrare questo bel prodotto autunnale, solitamente alla terza domenica di Ottobre di ogni anno, ovviamente a Venasca, si festeggia con la Sagra della Castagna! Un appuntamento da non perdere, dove si potranno acquistare non solo bracalle e contesse, ma tutta una lunga serie di prodotti rigorosamente artigianali e/o coltivati su questo territorio.
Buon Autunno!