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Il Barolo un Vino da Compagnia e da Meditazione

Il Barolo un Vino da Compagnia e da Meditazione

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Trae origine dall’uva nebbiolo che una tra le più antiche uve piemontesi: la “nubiola” trecentesca che col passare del tempo ha dato luogo a molte sottovarietà. Il nome forse deriva da nebbia perché l’uva matura ad autunno inoltrato o perché gli acini sono ricoperti abbondantemente dalla pruina che è una sostanza cerosa che fa apparire la superficie dell’acino di colore biancastro.
Le sottovarietà atte a originare il barolo sono: Michet, Lampia e Rosè.
La natura dei terreni,di norma calcarei e tendenzialmente argillosi,muta da collina a collina, da podere a podere, da metro a metro per cui il vino, subendo l’influenza dei vari terreni, assume caratteristiche e sfumature diverse a seconda dell’ubicazione dei vigneti.
Il nebbiolo è un vitigno molto esigente per quanto riguarda l’esposizione del terreno ,le lavorazioni e le concimazioni. Richiede terreni calcarei e tufacei, germoglia precocemente ed è sensibile agli sbalzi di temperatura per cui esige di essere coltivato in posizioni ben soleggiate, al riparo dalle gelate tardive e dai freddi primaverili, in località non troppo aride e riparate dai venti freddi.
La zona di produzione comprende undici Comuni: Barolo, Castiglion Falletto,Serralunga,la Morra, Novello,Monforte,Verduno, Grinzane Cavour, Diano d’Alba, Roddi e Cherasco .
Il territorio si divide in due grandi zone: una fa capo a La Morra e Barolo; l’altra a Serralunga, Castigion Falletto, Manforte.
Nella prima si ottiene un vino elegante, mediamente alcolico, di profumo intenso che abbisogna di un periodo di maturazione iniziale di due anni. Nella seconda si ottiene un vino di buona gradazione alcolica, robusto che abbisogna di un periodo di maturazione iniziale almeno di tre anni.
La differenza dei terreni delle due sottozone dipende dal maggior contenuto di ferro della valle facente capo a Serralunga e da più elevati contenuti di ossido di magnesio e manganese della valle facente capo a Barolo.
Il clima è fondamentale per la variabilità che apporta sulle caratteristiche finali del vino: è il mese di settembre e per la precisione il periodo che va dal 10 al 30 a condizionare tutto il lavoro in un vigneto.

DOCG dal 1980, il Barolo era stato riconosciuto DOC dal 1966.
Il disciplinare prevede che non si superi la resa di 80 quintali per ettaro. Il vino deve essere sottoposto ad invecchiamento per almeno tre anni e conservato per almeno due in botti di rovere o castagno. Un Barolo con cinque anni d’invecchiamento può portare la specificazione “riserva”.
Il Barolo, come tutti i vini, ha un primo periodo di maturazione che avviene nelle botti e un altro di affinamento che avviene in bottiglia in ambiente ridotto ( assenza di ossigeno ).
Il periodo di vitalità varia da annata ad annata ,dal momento in cui il vino viene messo in bottiglia e dal modo in cui è conservato( bassa temperatura, assenza di luce e vibrazioni ), essa varia dunque dai 10 ai 40 anni.
Si presenta all’immissione in commercio di colore rosso granato con riflessi arancione.Il profumo è caratteristico con sentori di viola , rosa canina appassita,goudron(catrame e resina).La gradazione minima è 13 gradi.
La temperatura di servizio è 18-22° C.
Abbinamenti: arrosti, selvaggina, formaggi ma anche ottimo vino da compagnia e meditazione.

 

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